Cesenatico prosegue le sue iniziative per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci con una originale mostra al Museo della Marineria dedicata a indagare ed illustrare i suoi interessi in campo navale, e cioè le rappresentazioni, i disegni, gli studi riferiti a barche, navi e alle loro attrezzature.
Come sottolinea il Sindaco Matteo Gozzoli insieme all’Assessore alla Cultura Emanuela Pedulli, “per tutta l’estate all’interno del Museo della Marineria sarà possibile fare un viaggio nella storia della marineria italiana e negli studi di ingegneria militare che Leonardo fece in uno dei momenti più interessanti del Rinascimento a confine tra due mondi: quello medievale ormai alla fine e con lampi di modernità già alle porte. Un’esperienza in più per arricchire l’offerta culturale e turistica di Cesenatico nel 500° della morte del genio.”
La mostra è ideata e curata da Marco Bonino – storico della marineria e già docente di architettura navale antica all’Università di Bologna – e si snoda seguendo i filoni culturali e di ricerca che hanno caratterizzato i pensieri ed i disegni di Leonardo in questo campo, illustrandoli con disegni, modelli e testi che aggiornano e completano gli studi in questi campo che risalgono a decenni fa.
La mostra inizia dalle raffigurazioni di navi nell’arte del Quattrocento e dalla tradizione degli ingegneri civili e militari del tardo medioevo, che Leonardo arricchisce con le sue osservazioni sulle imbarcazioni incontrate e con studi originali: di particolare interesse quelli sulla manovra della vela latina e sulla forma degli scafi in relazione alla formazione di onde e di vortici, nei quali prefigura le attuali prove di modelli in vasca. Anche in campo militare, gli studi e progetti riferiti a barche o navi si rifanno alla tradizione medioevale proponendo però innovazioni di grande rilievo come l’applicazione delle artiglierie, e diversi mezzi d’assalto, come uno scafo ad intercapedine, una galea veloce con sperone, una copertura corazzata per barche d’assalto, e armi subacquee che però suscitano in lui anche un sentimento di repulsione, espresso nella celebre annotazione contro “gli assassinamenti nel fondo de’ mari”.
Ne nasce un quadro, sfrondato dal mito creato attorno alla sua personalità, in cui Leonardo si rivela “uomo del suo tempo”, appartenente a tutto titolo alla cultura tra Medioevo e Rinascimento, con alcune fughe in avanti piuttosto ardite che probabilmente, come nota il curatore della mostra Marco Bonino, potrebbero avere avuto seguito tra gli ingegneri della sua epoca.
La mostra è organizzata dal Museo della Marineria con il patrocinio dell’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e di ISTIAEN (Istituto Italiano di Archeologia ed Etnologia Navale), e come tutte le attività del museo si svolge con il sostegno di Gesturist Cesenatico Spa.
Barche et navili. Immagini, idee e scritti navali di Leonardo da Vinci
Cesenatico, Museo della Marineria, dal 29 giugno all’8 settembre 2019
inaugurazione: sabato 29 giugno, ore 21:00
orario di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 23
Scheda
La mostra si snoda seguendo i filoni culturali e di ricerca che hanno caratterizzato i pensieri ed i disegni di Leonardo in campo navale, illustrandoli con disegni, modelli e testi, che aggiornano gli studi compiuti tra il 1939 ed il 1954 dall’ingegnere navale Luigi Tursini, a cui dobbiamo i modelli ora al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
La cultura del Quattrocento, con l’evoluzione della figura della nave nell’arte e la tradizione degli ingegneri civili e militari del tardo medioevo gli ha dato le basi per questo percorso, che ha arricchito con gli appunti sulle imbarcazioni incontrate e con studi originali. Ha imparato la manovra della vela latina come appendice agli studi sul moto dell’aria ed ha studiato la forma degli scafi in relazione alla formazione di onde e di vortici, intuendo come affrontare il problema mediante prove con modelli in vasca.
Nell’annotare la realtà ci rivela che le barche da lui incontrate nel Milanese erano del tutto simili a quelle della tradizione recente.
Molte sue invenzioni civili e militari applicate a barche o navi si rifanno alla tradizione medioevale, ma propose anche idee nuove con l’applicazione delle artiglierie, di cui era esperto, in genere a mezzi d’assalto, come uno scafo ad intercapedine, una particolare galea veloce con sperone, una copertura corazzata per barche d’assalto, od armi subacquee.
Leonardo raramente divulgava le sue idee, ma vi sono esempi in cui esse filtrarono tra gli ingegneri militari: forse una nave turrita doppia del 1483, navi a remi usate nell’assedio di Locarno nel 1503, o un sommergibile sperimentato a Milano da Cesare Cesariano nel 1521.
Ne nasce un quadro, sfrondato dal mito creato attorno alla sua personalità, in cui Leonardo appartiene a tutto titolo alla cultura tra Medioevo e Rinascimento, su base umanistica, con alcune fughe in avanti piuttosto ardite.
Marco Bonino
Marco Bonino è uno dei pionieri nel campo degli studi sulle barche tradizionali e antiche. Le sue ricerche iniziano negli anni ’60, quando svolge i suoi primi studi sulla nave di Comacchio e sulle imbarcazioni arcaiche etrusche e sarde; nel 1978 pubblica una sintesi delle ricerche nella zona tra la Romagna e il Po, dalle origini alle tradizioni recenti su barche tradizionali marittime e delle acque interne, contribuendo dal 1981 all’Atlante Linguistico dei Laghi Italiani dell’Università di Perugia e poi in seguito al progetto Wooden shipbuilding in the Eastern Mediterranean from the XVIII to the XIX Centuries (Atene) del 1999, con approfondimenti soprattutto sull’Adriatico e la Sicilia.
Socio fondatore dell’Istituto Italiano di Archeologia, Etnologia e Storia Navale, pubblica in quella sede diversi studi archeologici. Dal 1972 studia le navi di Nemi, collaborando anche al progetto di ricostruzione della prima nave. Dal 2001 al 2013 è stato docente di Architettura Navale Antica presso i corsi di Trapani della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna. Collabora da sempre con il Museo della Marineria di Cesenatico, del quale è stato tra i promotori e membro Comitato Scientifico sin dall’inizio.