Al Museo della Marineria di Cesenatico una mostra che rilegge in modo creativo gli oggetti della marineria tradizionale, curata dagli studenti del corso di laurea “Design del Prodotto Industriale” dell’Università di Ferrara.
Gli oggetti tradizionali della marineria, oggi in disuso ma ancora pieni di fascino, sono stati i protagonisti della rilettura ad opera degli studenti del corso di laurea “Design del Prodotto Industriale” dell’Università di Ferrara, che li hanno esaminati, disegnati, e riproposti in modo creativo ideando e progettando nuovi oggetti con molteplici funzioni, che nella mostra saranno collocati accanto a quelli originali nel padiglione del Museo della Marineria di Cesenatico.
Secondo la visione dei curatori della mostra, infatti, “l’oggetto diviene un contenitore di memoria (storica, sociale, individuale, di una comunità, di un contesto di saperi) e il designer deve cercare di comprendere come la memoria possa venire conservata, documentata o attualizzata”. Con questa premessa è nata la collaborazione tra il Laboratorio del Disegno del I anno del corso di laurea triennale di “Design del Prodotto Industriale” dell’Università di Ferrara e il Museo della Marineria di Cesenatico. Divisi in gruppi, i 100 studenti del Laboratorio del Disegno hanno individuato su alcuni selezionati oggetti del museo dei caratteri dimensionali, materici, strutturali, di usabilità, dei significati storici, valori etnografici e delle relazioni d’uso; per poi passare ad uno smontaggio e rimontaggio creativo di parti, finalizzato all’ideazione di nuovi oggetti, capaci di dialogare con la memoria. Gli studenti sono stati guidati dai docenti Marcello Balzani, Federica Maietti e Francesco Viroli, con la collaborazione del Museo della Marineria.
La mostra verrà inaugurata sabato 23 marzo 2024 alle ore 17.00, con la partecipazione del Sindaco Matteo Gozzoli, dell’Assessore alla Cultura Emanuela Pedulli, di Cristina Ambrosini, Dirigente del Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna, di Marcello Balzani, Professore all’Università degli Studi di Ferrara, e dei curatori e studenti che l’hanno realizzata.