Alla fine degli anni ’50, in Adriatico un delfino resta impigliato nelle reti di alcuni pescatori che, inspiegabilmente, anziché ucciderlo lo portano a terra rilasciandolo in un canale di Cesenatico. Fino ad allora, infatti, il rapporto tra uomini e delfini, a dispetto della mitologia che li rappresentava come amici dei naufraghi, consisteva in una cruda realtà dov’erano considerati beffardi concorrenti dei pescatori ai quali rompevano le reti e mangiavano il pescato, tanto che erano previsti premi in denaro per la loro uccisione. Tutti invece diventano amici di Lalla – era infatti una delfina – che però sopravvive poco, vittima di un maldestro rapimento organizzato per scherzo, che cela tuttavia intenti pubblicitari. A Lalla segue subito una Lalla II, catturata questa volta intenzionalmente; ed è proprio lei che diventerà protagonista del famoso “matrimonio” con Palooza, un tursiope arrivato apposta dalla Florida. Una formidabile operazione di comunicazione ordita dalla locale Azienda di Soggiorno guidata da Primo Grassi, che farà conoscere dappertutto i “delfini di Cesenatico” e sarà la chiave per consacrare la località romagnola come uno dei simboli della vacanza negli anni del boom. Tutto è pronto anche per costruire un innovativo “Acquario del Mare”, che però non si realizza, e saranno altre città della Riviera, con i loro nuovi delfinari, a seguire l’esempio di Cesenatico. Lalla e Palooza muoiono per il ghiaccio nel gennaio 1963, ma nella vasca all’aperto arriveranno molti altri delfini, periodicamente rimpiazzati, e curati amorevolmente da Dano, il mitico custode dell’acquario raffigurato in migliaia di cartoline. I delfini restano la principale attrazione di Cesenatico per tutti gli anni ‘70, quando si manifesta però una nuova sensibilità e si approvano le prime leggi a protezione dei cetacei. Fino a quando, nel giugno 1981, si decide di liberare in mare gli ultimi due delfini, una mamma e sua figlia, visibilmente sofferenti nelle acque della Vena Mazzarini.
“I delfini di Cesenatico hanno una storia. Sembra una storia buffa, ma è una cosa seria; talvolta può risultare gaia, talvolta triste e patetica. Non prendetela alla leggera.” – così scriveva già “La Stampa” nel 1964. Ed è vero: la storia dei “delfini di Cesenatico” è piena di magia e contraddizioni; appartiene alla memoria e alla nostalgia di una intera comunità, ed è anche una finestra attraverso cui guardare quegli anni così importanti della nostra vita, nei quali – come disse uno dei protagonisti della vicenda – “la primavera era arrivata in Italia”.
La mostra si avvale delle immagini e della ricerca documentaria già confluita nel libro Lalla, Palooza e i delfini di Cesenatico, di Davide Gnola, pubblicato da Minerva Edizioni nel 2014, con prefazione del naturalista e membro del Parlamento Europeo Marco Affronte. Oltre ai documenti e alle immagini, provenienti in gran parte dall’archivio di Walter Breveglieri e di altri importanti fotografi, sono presenti in mostra alcuni rari video d’epoca e oggetti curiosi, come la “lapide” originale in memoria di Lalla, un tempo affissa nei pressi della Vena Mazzarini.
Anche questa mostra, come tutte le attività del Museo della Marineria, si svolge con il supporto di Gesturist Cesenatico Spa.
Orario di apertura: tutti i giorni, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 23.
Info: museomarineria@cesenatico.it