E’ scomparso nei giorni scorsi Augusto Graffagnini, che fu uno dei protagonisti di quella importantissima e avventurosa prima stagione di studi e ricerche sulla marineria tradizionale, dalla quale scaturì anche l’idea e la realizzazione Museo della Marineria di Cesenatico. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo ricordo scritto da Bruno Ballerin.
Nella notte fra il 30 e il 31 agosto si è spento Augusto Graffagnini, aveva 92 anni. Un amico e uno studioso mosso da autentica passione – con una vena di romanticismo, carattere distintivo della ricerca etnografica negli anni Sessanta del secolo scorso – per il mondo della marineria a vela e di quello romagnolo in particolare.
In quegli anni scrisse saggi sulla vita, sul lavoro e sulle strutture a terra dei pescatori; vanno ricordati soprattutto: per la rivista “La Piê” E’ parznevul e per la Società degli Studi Romagnoli Al mujaduri e Il bragozzo romagnolo; ampliando quest’ultimo breve saggio, nel 1975 pubblicò – sempre tramite i tipi degli Studi Romagnoli – il volume monografico: Le barche romagnole, linee di una ricerca, che va considerato come uno dei primi lavori organici sulle barche da pesca della nostra costa.
L’anno seguente fu fra i promotori del Convegno: “La marineria romagnola, l’uomo e l’ambiente” che si tenne nel 1977 presso l’Azienda Autonoma di Soggiorno di Cesenatico, e partecipò ai lavori con l’originale relazione Le “Conserve” e le “Ghiacciaie” del litorale romagnolo. Ancora nel 1995 con L’Università di Bologna, l’Ordine della Casa Matha di Ravenna e La Società di Studi Romagnoli, collaborò all’organizzazione del “Convegno di studi su Adriatico mare di molte genti e incontro di civiltà”.
Fin dalle origini fece parte del Comitato Scientifico per il recupero delle testimonianze etnografiche del mondo della pesca e fu, Con Siro Ricca Rosellini e Marco Bonino, fra gli esperti che affiancarono il sottoscritto nella realizzazione del Museo Galleggiante della Marineria. La sua collaborazione s’interruppe alla fine del secolo scorso quando si trasferì a Marina di Carrara per non fare più ritorno in Romagna.
Aveva cambiato sponda ma non era mutato in lui il sentimento profondo che lo legava alla vita e al lavoro dei pescatori. Condusse una ricerca sui rapporti intercorsi alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento fra i pescatori dell’Adriatico e quelli della costa tirrenica. Ormai al termine dei suoi giorni, nel 2013, pubblicò con la Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, il volume Simboli Navali – Ricordi dell’Adriatico, cedendo gratuitamente le copie da porre in vendita al Museo della Marineria di Cesenatico.
Bruno Ballerin